Nonostante la caduta di B, la manovra dissanguatrice, i moniti di Napolitano, i proclami asfissianti del professorino Monti sullo sviluppo e crescita (vorremo più fatti e meno annunci!), il famigerato spread continua ad assestarsi su livelli insostenibili e le Borse continuano a bruciare miliardi. Anche la Germania, che pure ha un debito solidissimo, è entrata nel mirino delle agenzie di rating che minacciano di aver pronto il declassamento anche per i teutonici. Sembra che nessuna soluzione possa mettere termine a questa crisi. Ma cosa sta succedendo davvero? E' davvero solo la crisi dei debiti pubblici o dietro la recessione c'è la mano di una speculazione organizzata? Io non mi intendo di economia ma informandomi, sentendo opinioni di autorevoli economisti di diverso orientamento mi sono fatto un'idea. Da novembre a capo dei due paesi più in crisi dell'eurozona, Italia e Grecia, sono stati nominati due tecnocrati dal passato in Goldman Sachs e molto vicini agli ambienti ultraliberali, Mario Monti e Lucas Papademos. Nello stesso periodo un altro uomo proveniente dalle fila di Goldman Sachs diventa presidente della BCE, Mario Draghi. Così uno dei più grossi colossi finanziari liberali del mondo (e secondo molte indiscrezioni in mano ai massoni) ha monopolizzato la gestione della crisi europea. E' evidente che i banchieri inviati a salvare l'Europa hanno in mente altri obiettivi e cioè far pervenire più vantaggi possibili a Goldman Sachs. Possibile che nessuno se ne accorga? E soprattutto, possiamo fidarci dell'Ue che ha spinto con forza per la soluzione "Potere ai banchieri"? E' indubbio che un'inquietante ombra si allunga sulla gestione della crisi dell'Europa....
IL POLEMIZZATORE
Riflessioni sulle vicende del mondo viste da un giovane italiano.
giovedì 29 dicembre 2011
mercoledì 21 dicembre 2011
AL MINISTRO PROFUMO
Ecco un famoso discorso sulla scuola di Calamandrei che dedico come messaggio al ministro dell'Istruzione Profumo perchè possa rimediare agli sfracelli della Gelmini nella scuola pubblica. Ecco cosa diceva Pietro Calamandrei:
Quando la scuola pubblica è cosa forte e sicura, allora, ma allora
soltanto, la scuola privata non è pericolosa. Allora, ma allora
soltanto, la scuola privata può essere un bene. Può essere un bene che
forze private, iniziative pedagogiche di classi, di gruppi religiosi, di
gruppi politici, di filosofie, di correnti culturali, cooperino con lo
Stato ad allargare, a stimolare, e a rinnovare con varietà di tentativi
la cultura. Al diritto della famiglia, che è consacrato in un altro
articolo della Costituzione, nell’articolo 30, di istruire e di educare i
figli, corrisponde questa opportunità che deve essere data alle
famiglie di far frequentare ai loro figlioli scuole di loro gradimento e
quindi di permettere la istituzione di scuole che meglio corrispondano
con certe garanzie che ora vedremo alle preferenze politiche, religiose,
culturali di quella famiglia. Ma rendiamoci ben conto che mentre la
scuola pubblica è espressione di unità, di coesione, di uguaglianza
civica, la scuola privata è espressione di varietà, che può voler dire
eterogeneità di correnti decentratrici, che lo Stato deve impedire che
divengano correnti disgregatrici. La scuola privata, in altre parole,
non è creata per questo.La scuola della Repubblica, la scuola dello
Stato, non è la scuola di una filosofia, di una religione, di un
partito, di una setta. Quindi, perché le scuole private sorgendo possano
essere un bene e non un pericolo, occorre:
- che lo Stato le sorvegli e le controlli e che sia neutrale, imparziale tra esse. Che non favorisca un gruppo di scuole private a danno di altre.
- che le scuole private corrispondano a certi requisiti minimi di serietà di organizzazione.
Solamente in questo modo e in altri più precisi, che tra poco dirò,
si può avere il vantaggio della coesistenza della scuola pubblica con la
scuola privata. La gara cioè tra le scuole statali e le private. Che si
stabilisca una gara tra le scuole pubbliche e le scuole private, in
modo che lo Stato da queste scuole private che sorgono, e che
eventualmente possono portare idee e realizzazioni che finora nelle
scuole pubbliche non c’erano, si senta stimolato a far meglio, a
rendere, se mi sia permessa l’espressione, “più ottime” le proprie
scuole. Stimolo dunque deve essere la scuola privata allo Stato, non
motivo di abdicazione. Ci siano pure scuole di partito o scuole di
chiesa. Ma lo Stato le deve sorvegliare, le deve regolare; le deve
tenere nei loro limiti e deve riuscire a far meglio di loro. La scuola
di Stato, insomma, deve essere una garanzia, perché non si scivoli in
quello che sarebbe la fine della scuola e forse la fine della democrazia
e della libertà, cioè nella scuola di partito. Come si fa a istituire
in un paese la scuola di partito? Si può fare in due modi. Uno è quello
del totalitarismo aperto, confessato. Lo abbiamo esperimentato, ahimè.
Credo che tutti qui ve ne ricordiate, quantunque molta gente non se ne
ricordi più. Lo abbiamo sperimentato sotto il fascismo. Tutte le scuole
diventano scuole di Stato: la scuola privata non è più permessa, ma lo
Stato diventa un partito e quindi tutte le scuole sono scuole di Stato,
ma per questo sono anche scuole di partito. Ma c’è un’altra forma per
arrivare a trasformare la scuola di Stato in scuola di partito o di
setta. Il totalitarismo subdolo, indiretto, torpido, come certe
polmoniti torpide che vengono senza febbre, ma che sono pericolosissime.- che lo Stato le sorvegli e le controlli e che sia neutrale, imparziale tra esse. Che non favorisca un gruppo di scuole private a danno di altre.
- che le scuole private corrispondano a certi requisiti minimi di serietà di organizzazione.
Facciamo l’ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l’aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C’è una certa resistenza; in quelle scuole c’è sempre, perfino sotto il fascismo c’è stata. Allora, il partito dominante segue un’altra strada (è tutta un’ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A “quelle” scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare la prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d’occhio i cuochi di questa bassa cucina. L’operazione si fa in tre modi: ve l’ho già detto:
- rovinare le scuole di Stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni.
- attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette.
- dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico!
Quest’ultimo è il metodo più pericoloso. » la fase più pericolosa di tutta l’operazione […]. Questo dunque è il punto, è il punto più pericoloso del metodo. Denaro di tutti i cittadini, di tutti i contribuenti, di tutti i credenti nelle diverse religioni, di tutti gli appartenenti ai diversi partiti, che invece viene destinato ad alimentare le scuole di una sola religione, di una sola setta, di un solo partito […].
Per prevedere questo pericolo, non ci voleva molta furberia. Durante la Costituente, a prevenirlo nell’art. 33 della Costituzione fu messa questa disposizione: “Enti e privati hanno diritto di istituire scuole ed istituti di educazione senza onere per lo Stato”. Come sapete questa formula nacque da un compromesso; e come tutte le formule nate da compromessi, offre il destro, oggi, ad interpretazioni sofistiche […]. Ma poi c’è un’altra questione che è venuta fuori, che dovrebbe permettere di raggirare la legge. Si tratta di ciò che noi giuristi chiamiamo la “frode alla legge”, che è quel quid che i clienti chiedono ai causidici di pochi scrupoli, ai quali il cliente si rivolge per sapere come può violare la legge figurando di osservarla […]. E venuta cos” fuori l’idea dell’assegno familiare, dell’assegno familiare scolastico.
Il ministro dell’Istruzione al Congresso Internazionale degli Istituti Familiari, disse: la scuola privata deve servire a “stimolare” al massimo le spese non statali per l’insegnamento, ma non bisogna escludere che anche lo Stato dia sussidi alle scuole private. Però aggiunse: pensate, se un padre vuol mandare il suo figliolo alla scuola privata, bisogna che paghi tasse. E questo padre è un cittadino che ha già pagato come contribuente la sua tassa per partecipare alla spesa che lo Stato eroga per le scuole pubbliche. Dunque questo povero padre deve pagare due volte la tassa. Allora a questo benemerito cittadino che vuole mandare il figlio alla scuola privata, per sollevarlo da questo doppio onere, si dà un assegno familiare. Chi vuol mandare un suo figlio alla scuola privata, si rivolge quindi allo Stato ed ha un sussidio, un assegno […].
Il mandare il proprio figlio alla scuola privata è un diritto, lo dice la Costituzione, ma è un diritto il farselo pagare? » un diritto che uno, se vuole, lo esercita, ma a proprie spese. Il cittadino che vuole mandare il figlio alla scuola privata, se la paghi, se no lo mandi alla scuola pubblica.
Per portare un paragone, nel campo della giustizia si potrebbe fare un discorso simile. Voi sapete come per ottenere giustizia ci sono i giudici pubblici; peraltro i cittadini, hanno diritto di fare decidere le loro controversie anche dagli arbitri. Ma l’arbitrato costa caro, spesso costa centinaia di migliaia di lire. Eppure non è mai venuto in mente a un cittadino, che preferisca ai giudici pubblici l’arbitrato, di rivolgersi allo Stato per chiedergli un sussidio allo scopo di pagarsi gli arbitri! […]. Dunque questo giuoco degli assegni familiari sarebbe, se fosse adottato, una specie di incitamento pagato a disertare le scuole dello Stato e quindi un modo indiretto di favorire certe scuole, un premio per chi manda i figli in certe scuole private dove si fabbricano non i cittadini e neanche i credenti in una certa religione, che può essere cosa rispettabile, ma si fabbricano gli elettori di un certo partito“.
MANOVRA DA MACELLERIA SOCIALE
Da un mesetto ormai Mister Berlusconi si è finalmente levato di torno e ha lasciato il governo alla squadra di Mario Monti. La crisi del debito pubblico lo ha trascinato giù dal trono di palazzo Chigi da cui sembrava che nulla e nessuno lo potesse scollare.
E fu così che arrivò il professorino della Bocconi con la sua squadra di tecnici: tutte belle facce, profumate, pulite sorridenti (ma anche piangenti, vedi Fornero), sobrie e decise. Metto subito in chiaro che per me tutto era meglio di B. e quindi considero il governo Monti un governo di persone "normali". Tuttavia non mi sembra che nell'ultima manovra il governo abbia rispettato le sue promesse di equità sociale. La mannaia che si è abbattuta sui guadagni del ceto medio assesta il colpo finale sulle già disastrate finanze familiari in seguito alle manovre targate Tremonti. Ma cosa ci poteva aspettare da un governo di banchieri, finanzieri e professorotti? Che ipertassassero i capitali scudati? Che controllassero di più le banche????? Che tagliassero i costi della politica???? Ma certo che NO!!!! Questo governo è stato messo lì da lobby economico-finanziarie per preservare i loro bottini dalla crisi e poetr fare impunemente macelleria sociale. Questo è ciò che penso del primo atto del governo Monti; vedremo poi se migliorerà o continuerà sulla solita strada.....
sabato 14 maggio 2011
LEGA NORD: ODIO, RAZZISMO E CATTIVERIA
Lo dirò subito senza mezzi termini: disprezzo la Lega Nord. La disprezzo più del Pdl i cui esponenti mi fanno pena perchè sono servi che hanno venduto al sultano la loro dignità e ora strisciano come vermi. I leghisti invece sono subdoli, furbi, intelligenti e cattivi. Se Bossi definisce gli immigrati "bingo-bongo", se Castelli dice che bidogna sparare sui clandestin, se Borghezio afferma che "Napoli fa schifo", se il popolo leghista invoca la secessione, lo fanno con convinzione e credono profondamente nei loro programmi, anche nei più estremi. E anche qui c'è la differenza abissale con i parlamentari del Pdl che ripetono a pappagallo tutto ciò che dice il Super Presidente senza crederci nemmeno tanto, solo per garantirsi una poltrona nei salotti che contano.
Mi sorprende sempre di più che in un paese come l'Italia un partito come la Lega Nord sia al governo. Come può essere tollerato che un ministro della Repubblica Italiana (che ha giurato sulla nostra Costituzione) offenda e insulti il Tricolore e invochi la secessione definendo la capitale "roma ladrona" e attacchi senza alcun rispetto lo stato centrale? Però ai leghisti "Roma Ladrona" piace molto quando devono riscuotere i lauti stipendi da ministro pagati da tutti gli italiani, "terroni" compresi (per usare il becero dialetto made in Padania)
Rivoltante e disgustoso è anche il fatto che la Lega possa diffondere il virus del razzismo e della xenofobia senza che nessuno la fermi. Anzi, si arriva a dire che i "foera de bal" o i "fucili alle frontiere" di Bossi sono solo esternzioni folcloristiche tipiche del personaggio leghista.
Vergogna a chi continua a difendere questi maestri di odio e di razzismo, di cattiveria ed egoismo!
Sono deluso che la Lega cresca continuamente nei sondaggi perchè è segno che il paese si sta imbarbarendo. Chissà che domani le elezioni amministrative non segnino invece un cambio di tendenza in nome della civiltà e non possano dare il via al crollo del razzismo in salsa padana.
martedì 10 maggio 2011
ITALIETTA
L'Italia è un paese membro del G8, dell'UE, dell'Onu e ha strettissimi legami con gli USA, la nazione più potente della Terra. Siamo quindi un paese che nel panorama internazionale dovrebbe avere molto peso nelle decisioni da prendere e invece ultimamente si trova sempre relegata in fondo e non viene minimamente considerata a livello diplomatico (come ha eccellentemente dimostrato Wikileaks). Perchè? In fondo non è sempre stato così: pensiamo a politici italiani stimatissimi anche a livello europeo come Emma Bonino e Romano Prodi che hanno ricoperto importanti incarichi nell'UE. E allora cosa è successo ultimamente? Ebbene, la mia opinione è che a rovinare la nostra immagine internazionale sia stato il "miglior presidente del consiglio degli ultimi 150 anni" (stando a quanto detto dal legittimo interessato) che ha collezionato una serie di gaffes allucinanti e imbarazzanti per tutti, tranne che per lui, ovviamente. Ha definito un "kapò" il presidente del Partito Socialista Europeo Martin Schulz nel 2003, ha fatto "cucù" da dietro una colonna alla cancelliera tedesca Merkel, ha definito Obama "giovane e abbronzato", ha stretto legami con dittatori come Putin, Lukashenko e Gheddafi. Ecco, prorio il rapporto con il raìs libico ha, secondo me, dato il colpo di grazia all'iimagine del nostro paese: lo abbiamo accolto nel nostro paese come un grande capo di governo, gli abbiamo fatto piantare la sua tenda a Roma, gli abbiamo fatto fare il suo spettacolino da baraccone con i cavalli, gli abbiamo offerto 500 belle ragazze per una lezione sul Corano (pare addirittura che sia riuscito a convertirne qualcuna! sarà il fascino del beduino...). Ma il bello è che, nemmeno un anno dopo, Gheddafi è diventato il nostro peggior nemico anche se mentre massacrava civili in Libia Berlusconi diceva : "Non lo voglio disturbare". E' quindi logico che le altre nazioni ci guardino con sospetto e come se fossimo lo zimbello della comunità internazionale. Siamo diventati una povera Italietta conosciuta nel mondo solo per il suo istrionico e disinibito premier puttaniere collezionista di figureacce colossali e per i suoi rapporti con dittatori assassini e criminali. Speriamo che il danno non sia irreparabile e che, una volta che il Caimano se ne sia andato (prima o poi accadrà, vedrete!), il nostro paese possa tornare a dire la sua nelle decisioni internazionali.
C'E' BISOGNO DI PARLARE
L'idea di creare un blog dove discutere di attualità, politica, cultura, religione mi è venuta vedendo quanto bisogno c'è di dialogare, di confrontarsi e di capire quello che accade intorno a noi. Dobbiamo cercare di essere CITTADINI CONSAPEVOLI e informati in modo corretto dei fatti del mondo. Ecco perchè spero che dai miei commenti alle vicende del momento si possano creare discussioni e confronti interessanti, col massimo rispetto per tutte le opinioni. Spero anche che questo piccolissimo blog appena creato possa riuscire ad avere qualche lettore abituale.... Vedremo!
Grazie.
Grazie.
Iscriviti a:
Post (Atom)